Sabbia bianca, pietre in equilibrio perfetto e bambù che raccolgono acqua piovana. Tutte le caratteristiche per un giardino zen perfetto ed in armonia. Possono essere di grandi dimensioni o delle versioni da tenere nella libreria e decorare come più ci piace. Andiamo a scoprire le origini e il significato di questo splendido giardini secco
Origine del giardino zen
In lingua originale è chiamato Karesansui ed è una tipologia di giardino giapponese, la cui caratteristica principale è l’assenza di acqua. Solitamente vengono usati sassi, ghiaia o sabbia per simulare lo scorrere del fiume e l’increspatura delle piccole onde. Il giardino zen è nato nei palazzi nobiliari del periodo Heian ( 794 – 1185) come parte del giardino stesso, per poi diventare “indipendente” nel periodo Muromachi (1336 – 1576). All’interno dei monasteri erano considerati come rappresentazioni astratte della realtà, anche se non era la sola tipologia che si poteva trovare nelle dimore dei monaci. Il più celebre si trova nel tempio di Ryon- jin a Kyoto : composto da pavimento di ghiaia bianca da cui spuntano 15 rocce disposte in gruppi, copre una superficie di 2.500 mq. La particolarità di questo giardino zen risiederebbe nel fatto che non è possibile vedere contemporaneamente tutte le rocce a prescindere dal punto in cui ci si sieda!
Come si crea e si decora un Karesansui?
Innanzitutto non bisognerebbe mettere troppi elementi scuri e pesanti ma cercare di mantenere un equilibrio tra le parti ( Ying e Yang). Come già accennato, si può usare la ghiaia bianca, la sabbia, bambù o nella versione casalinga del giardino zen, anche conchiglie, pietrine colorate. Immancabile il rastrello con cui disegnare onde e curve, lasciando fluire la mente per rilassarsi.
Lo sapevi che ogni tipologia di roccia ha un significato legato a gli elementi nel folklore giapponese?
Si parla in fatti di pietre del fuoco, dell’acqua, del metallo, del legno e della terra
Falso storico degli occidentali
Alcuni esperiti di giardini giapponesi sostegno che il termine “giardino zen” sia un’invenzione degli occidentali e che non abbia nulla a che fare con le pratiche dei monaci orientali. A riprova di ciò, la parola “giardino zen” si legge per la prima volta solo nel 1935 nel libro “One tundre Kyoto garden” mentre nella lingua parlata si dovrà aspettare fino al 1958!
Nonostante questa notizia, sembra che il fascini di questo particolare giardino che negli anni è anche diventato complemento di arredo, non ne abbia minimamente risentito.
La ricerca dell’essenziale,il Feng Shui e la riscoperta delle discipline orientali possono anche giustificare una bugia del genere!
Io ne ho ricevuto uno per il mio compleanno e lo adoro! L’ho messo vicino al mio altare e decorato con conchiglie , cristalli e un simpatico gattino porta fortuna e voi ne avete uno?
Benedizioni
Calipso

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